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Gian Gaspare Napolitano inviato speciale a Parigi

15/12/2014
Mario Pannunzio, direttore del “Mondo”, considerava Gian Gaspare Napolitano uno dei più significativi scrittori del tempo, oltre che giornalista di razza, per la sua capacità di lasciare un’impronta nell’animo del lettore.
A cura di Pino Pelloni, in “Parigi…mon amour” (Edizioni Èthos) sono raccolti i reportage di Napolitano sulla Parigi del dopoguerra: con i suoi personaggi, i suoi locali e le sue mode. Sono gli anni in cui debuttava sulle scene Juliette Gréco; Simone De Beauvoir incontrava Jean-Paul Sartre; mentre Jacques Prévert scriveva poesie che diventavano canzoni.
 
Il panorama culturale e artistico della città, l’umore della vita notturna e magica emergono dalle interviste ad André Malraux, a Claude Lévi-Strauss, ad André Maurois e a Jean Paul Sartre; dalle conversazioni con i personaggi del Tout-Paris; dalle cronache teatrali degli spettacoli della Comédie français e di quelli di Ionesco.
Ventisette articoli, in tutto, dal luglio 1947 all’agosto 1965, scritti prevalentemente per il “Corriere della Sera”. Ritratti e quadri di vita unici, tra giornalismo e letteratura: un mosaico di una stagione irripetibile di una città che, dopo la guerra, era tornata a vivere. Un giornalismo d’altri tempi, fatto di corrispondenze telegrafate o inviate per fuori sacco. 
Il libro, con il ricordo di Luigi Barzini jr., con le foto di Giacomo Pozzi-Bellini e con il ritratto di Gian Gaspare, a firma della figlia Giovanna, si chiude con l’articolo per “L’Europeo” che Napolitano, nel 1947, dedicò alla figura di Luigi Barzini senior.
“Napolitano – ha ricordato Giovannino Russo – è stato un grande inviato del “Corriere della Sera” che viaggiava in tutto il mondo quando, fino alla metà degli anni Cinquanta, non c’era la televisione né si viaggiava facilmente. Insieme con pochi altri, come Virgilio Lilli, Paolo Monelli, Luigi Barzini junior, era, nello stesso tempo, testimone di paesi ignoti e spesso misteriosi e protagonista di avventure giornalistiche che non sono state più possibili, dopo l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa”.
 
Napolitano, scomparso nel 1966, era nato nel 1907 (Palermo). Caporedattore di “900” (1928), esordì come autore di teatro e narratore. Inviato speciale della “Gazzetta del Popolo”, all’inizio degli anni Trenta, raccolse i suoi reportage nei volumi “Giro del mondo” (1933) e “Troppo grano sotto la neve” (1936). Corrispondente di guerra in Etiopia, Spagna e, dopo lo scoppio del secondo conflitto mondiale, in Nord Africa, Albania, Sicilia. Nel dopoguerra, tornò a scrivere per: “Corriere Lombardo”, “Risorgimento Liberale”, “L’Europeo”, “Settimo Giorno”, “L’Illustrazione Italiana”, “Corriere della Sera”, “Il Giorno”.