Cosa sta avvenendo nel movimento cooperativo? Che cosa ha mosso centinaia di persone a diventare imprenditori in questo tempo di crisi e a creare nuove imprese cooperative? Comincia tutto da un’idea di futuro che parte dai bisogni delle persone. E’ il momento del fenomeno del Workers buyout (operazione di acquisto di una società realizzato dai dipendenti dell'impresa stessa). E proprio nel volume “Futuro presente. Storie di lavoro ricreato”, curato da Elio Pezzi, giornalista e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, si raccontano 24 esperienze di ‘new coop’ che sono nate in questi anni di crisi che Confcooperative Emilia Romagna ha raccolto e da cui emerge tutta la forza del modello cooperativo nelle sue grandi prerogative economiche, sociali e di valorizzazione del territorio.
C’è chi si occupa di progetti di sviluppo socio-assistenziale, chi di inserimento lavorativo e sociale di persone svantaggiate, chi di attività di trasporto e consegne, chi di agricoltura e produzione di ortaggi, chi di servizi di cura della persona e spazi domestici, chi di attività teatrali e gestione eventi, chi di residenze solidali, chi di progettazione e innovazione di prodotti, chi di servizi per l’infanzia, chi di housing sociale e intermediazione culturale, chi di un birrificio artigiano, chi di ricerca e innovazione, chi di distribuzione e tecnologie informatiche, chi di assistenza fiscali e legale per le famiglie, chi di segnaletica stradale, chi di manufatti e serramenti, chi di edilizia, chi di servizi turistici, chi di moda, chi altro ancora di comunicazione web e televisiva.
Tutte le storie che vengono illustrate testimoniano come l’imprenditorialità cooperativa sia un valore aggiunto per il mondo del lavoro e per la società, poiché ha come obiettivo un modello d’impresa accessibile e realizzabile, un’occasione per ritrovare la propria dignità di lavoratore.
Occorre costruire un’Italia nuova. “Le storie delle cooperative raccolte in questo volume – sottolinea Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali - offrono una rappresentazione efficace del significato e del valore di questo peculiare modello di impresa che mette al centro le persone. Qui si parla di cooperative, quasi tutte di recente costituzione, che vedono protagonisti giovani e lavoratori provenienti da imprese in crisi. Dimostrano di rappresentare un’opportunità concreta di promozione e di valorizzazione delle energie e delle competenze; un’infrastruttura societaria a disposizione di chi vuole provare a dare una risposta ai propri bisogni nel segno di valori quali la partecipazione attiva e responsabile, l’impegno condiviso, la democrazia”.
“Affrontare in modo responsabile la crisi e il conseguente processo di superamento, che comprende la ristrutturazione e il rilancio delle imprese, nel nostro caso cooperative, il relativo impatto su soci e dipendenti, così come sulle comunità locali e sul territorio, significa rivedere attività e strategie, significa puntare su innovazione e internazionalizzazione, ma significa anche osservare, favorire e sostenere idee e progetti che nella cooperazione individuano la strada maestra per dare vita a nuove attività e a nuove opportunità di lavoro - dichiara Francesco Milza, Presidente Confcooperative Emilia Romagna. Queste nuove esperienze costituiscono esempi di buona impresa che stanno costruendo il proprio futuro e quello delle comunità in cui operano, oltre a custodire e valorizzare l’identità cooperativa, in un mondo sempre più globalizzato e omologato”.
“La crisi economica – prosegue Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative - chiama le persone, le famiglie e le imprese a rimettersi in gioco e a ricominciare da capo, partendo da valori e ideali, a volte dimenticati, anche nelle imprese cooperative. Appartenere al mondo Associativo significa migliorare le condizioni di vita, rafforzando contemporaneamente l’economia della propria comunità, ridurre i rischi di esclusione sociale e intraprendere un percorso per diventare protagonisti del proprio lavoro”.
Il modello cooperativo è dunque una risorsa attuale per combattere la crisi. Ma chiediamo direttamente all’autore, Elio Pezzi, di spiegarci come è nata l’idea di racchiudere in un libro queste esperienze di vita. Di chi cerca di superare questo momento economico alquanto difficoltoso.
Perché ‘Futuro Presente’ il titolo del libro? Da cosa nasce l’idea di capire cosa sta avvenendo nel movimento cooperativo oggi?
Il titolo è nato dopo aver incontrato, dopo aver toccato con mano esperienze imprenditoriali realizzate da persone desiderose di essere protagoniste della propria vita, del proprio lavoro, oggi... di cercare cose nuove e di attuarle, sempre oggi, perché, per loro, il domani è iniziato adesso. L'idea è nata dal desiderio di conoscere, di capire se il movimento cooperativo, se la cooperazione è ancora un modello di impresa adeguato al nostro tempo. Va da sé che, se la risposta fosse stata negativa, il libro non sarebbe nato.
Che cosa ha mosso centinaia di persone a diventare imprenditori in questo tempo di crisi e a creare nuove imprese cooperative?
La volontà di non arrendersi, di non buttare via la propria vita e la propria esperienza, di mettersi in gioco in prima persona e cercare di realizzare qualcosa di buono per sé e per la comunità in cui si vive e in cui si vuol lavorare.
“Da qui la scoperta che la cooperazione continua a mantenere la capacità di leggere i bisogni sociali e di prendersene carico”. Ci spieghi in quale modo e perché?
La cooperazione può essere "in grado di leggere i bisogni sociali e di potersene fare carico", come dici tu, perché vive e opera nella società e nel mercato, dunque è un tipo di impresa che per propria natura è attenta alle esigenze che dalla stessa società emergono. Direi, in particolare dalle donne, dai giovani, dalle fasce sociali tenute ai margini dei processi produttivi e da settori giudicati non strategici, in alcuni casi proprio perché a forte valenza sociale, dai grandi gruppi multinazionali.
L’innovazione per le nuove imprese cooperative assume connotazioni certo molto diversificate, ma riconducibili fondamentalmente a due principali significati. Quali?
Sì, sono sostanzialmente due gli aspetti dell'innovazione che interessano i nuovi imprenditori cooperativi: il desiderio e la volontà di realizzare qualcosa di nuovo, un'attività che prima non c'era, oppure di rinnovare qualcosa di già sperimentato, utilizzando in questo caso le innovazioni a tutto tondo: dalle tecnologie a quelle di marketing, dalle tecnologie organizzative a quella di comunicazione e relazione... Le innovazioni non sono fattori esterni alle imprese cooperative, ma il motore connaturato al loro stesso sviluppo.
In quale modo la coesione sociale viene considerata e vissuta come un bene comune?
Coesione vuol dire condivisione, che non significa soltanto lavorare insieme, ma lavorare per un progetto comune, al servizio delle persone che lavorano nella cooperativa e nella comunità in cui l'impresa stessa è presente. L'impresa cooperativa è coesa se vive un'esperienza di lavoro condivisa e non perché applica uno schema, o perché qualcuno le impone un modello. Oggi più che mai, se non credi, se non vivi ciò che fai non resisti al mercato, non sei in grado di affrontare le difficoltà piccole e grandi che accadono e non sei in pace, né con te stesso, né con chi lavora insieme a te.