In risposta alla crisi la famiglia Mulfari ha messo in atto strategie comunicative che si sono rivelate vincenti. Ricerca di nuovi mercati in rete, un blog aziendale, un canale Youtube dedicato, diversi social network e un’App per mobile phone.
Metti un’azienda in crisi. Metti un padre e un figlio che cercano soluzioni alternative per rilanciare l’attività. L’uno, Felice, il padre, imbianchino professionista da oltre 30 anni, l’altro, Diego, il figlio, con una laurea Specialistica in Scienze della comunicazione e tanta voglia di fare.
Questa è la storia della famiglia Mulfari, residente in Brianza, che decide di reagire a un momento economico non troppo favorevole, unendo le proprie forze e capacità.
Quando scoppia la crisi, Felice non ha a disposizione nessuno strumento di comunicazione per potersi promuovere e, quindi, farsi conoscere a potenziali clienti. Né un sito internet, né un indirizzo di posta elettronica, né una pagina facebook, né un account twitter. Nulla insomma di tutto cio’ che viene oggi utilizzato come veicolo comunicativo. I social network? E chi sono costoro, questi sconosciuti?
E proprio sull’orlo dello sconforto interviene Diego, che sa bene che la rete potrebbe essere una soluzione al problema. In che modo? Cercando di costruire una credibilità nella rete con un sito (
www.mulfarimbianchino.it) e un profilo facebook. E così ha fatto. E il numero dei clienti inizia ad aumentare.
Perché allora non continuare a implementare i mezzi per comunicare? Ecco che arriva anche una newsletter quindicinale ai clienti storici, contenente immagini e descrizioni dei lavori realizzati, le recensioni, le nuove tecniche di pittura (tipo quelle ecologiche), le ultime mode in fatto di cromoterapia e prezzi agevolati per chi prenotava una tinteggiatura entro un tot di tempo. Un antesignano dei groupon e groupalia, insomma.
Il padre ascolta i consigli del figlio e si lascia trasportare in questo – per lui – nuovo mondo e caratterizza anche il suo furgoncino con i nuovi contatti. Successivamente anche l’idea di aprire un blog, che segue Diego direttamente Mulfarimbianchino.com, puntando il dito sul low cost e sul contatto reale e virtuale col cliente.
“Diffondere la cultura del colore, attraverso la decorazione delle pareti, allo scopo di influenzare positivamente lo stato d’animo delle persone”. Questo lo slogan scelto dai Mulfari come input per il rilancio dell’azienda. Un successo degno di nota, una scommessa studiata, ideata e combattuta. Tanto che padre e figlio fanno parte della community dei wwworkers (wwworkers.it), i lavoratori della rete, che quest’anno sono stati invitati a Montecitorio per raccontare la loro esperienza e suggerire diverse azioni per rafforzare il business online.
Ma chiediamo ora al diretto interessato se ci spiega meglio da dove è partita la sua idea e di come l’ha sviluppata.
Spiegami bene come ti è balenata in testa l’idea di rilanciare l’attività di tuo padre attraverso strategie comunicative mirate sul web. E quali sono state le prime difficoltà riscontrate?
L’idea dell’imbianchino 2.0 è nata quando nel 2012 ho scoperto che su Internet, tutti i giorni, veniva cercato un imbianchino a Milano oltre 70 volte. C’era dunque un mercato molto florido e quasi vergine (pochi blog curati) da intercettare. Lì è nata l’idea del blog per farsi trovare dai nostri clienti su Google.
In che cosa consiste nello specifico il tuo lavoro?
Questa è una bella domanda e cercherò di essere conciso, anche se ci vorrebbe un’intervista ad hoc. Per quanto riguarda il progetto “Mulfarimbianchino” tutti i giorni mi occupo di fare crescere il valore del brand attraverso interviste ed eventi di settore. Dall’altro lato, mi occupo di rielaborare le richieste di preventivo che ricevo quotidianamente attraverso portali di lead generation e proporre preventivi adeguati (grazie ai sopralluoghi effettuati da mio padre).
C’è poi il lavoro di web marketing specialist esterno: grazie al successo di questo progetto, tutti i giorni ricevo richieste di consulenza per digitalizzare artigiani, commercianti ma anche piccole e medie imprese. Creo siti Web, li ottimizzo in ottica SEO (posizionamento nei primi risultati di Google), elaboro campagne pubblicitarie pay-per-clic attraverso Google AdWords e Facebook Adv.
‘Il social network è utile per ottenere credibilità’. E’ considerato come una sorta di patto fra chi scrive e chi legge? Ma come si ottiene, secondo te, la fiducia del navigatore-lettore?
La fiducia del navigatore-lettore si ottiene grazie alle referenze e ai valori trasmessi dal proprio brand. Sono cambiati i canali, ma il concetto di fiducia nel prodotto o servizio proposto da una azienda, e di identificazione con i valori del marchio, è sempre stato un tratto distintivo per la prosperità di ogni attività commerciale.
Ai tempi dei social la fiducia si ottiene dunque attraverso le recensioni dei clienti soddisfatti, pubblicate on-line. La gente si fida molto delle altre persone che hanno già usufruito di un prodotto o servizio. Il cliente è molto più preparato ai tempi di Internet, ma sa riconoscere il valore e retribuirlo correttamente. Bisogna imparare a informarlo ed emozionarlo, per fare in modo di acquisirlo.
Quale è stato l’ostacolo piu’ grande per far capire a tuo padre le potenzialità della rete? Come avete superato il ‘digital divide’?
L’ostacolo più grande è stato quello di far capire a mio padre che gli attori del mercato erano cambiati, che i clienti erano molto più preparati e dunque che lui avrebbe dovuto fare lo sforzo di diventare quasi un “consulente della tinteggiatura”. I margini per questo tipo di servizio sono ridotti e la preparazione dei clienti è infatti più alta. Non ti dico quando abbiamo rielaborato la nostra politica di pricing.
Il digital divide “strutturale” l’ho risolto invece acquistando una stampante wireless che mi permettesse di trasmettere le richieste di preventivo anche in mobilità, stampandole su carta. Mi rendo conto che prima o poi mio padre dovrà acquistare uno smartphone, ma come si dice “step by step”.
Oggi quante visite ha il tuo blog in Italia e nel mondo? Come lo promuovi? Quanti e quali feedback hai da utenti e clienti?
Ad oggi mulfarimbianchino.com conta più di 150 000 visite dagli utenti del Web e ha generato (in sinergia con gli altri nostri asset digitali) più di 100 clienti acquisiti dal 2012, anno della sua apertura.
Il blog viene promosso attraverso interviste su testate giornalistiche on line e carta stampata, guest-post su blog di influencer, eventi in giro per l’Italia dove sono chiamato a raccontare la nostra bella storia. Da poco riesco a fare interviste anche su libri che hanno come tema centrale il Web marketing. Una grande soddisfazione.
Il web può dunque rappresentare una svolta per uscire dalle difficoltà economiche? Può aiutare vari imprenditori a emergere?
Credo proprio di sì. Prima di emergere, Internet può aiutare molti imprenditori attualmente vittime del digital divide a non estinguersi. Siamo ad un bivio: chi non riuscirà a digitalizzare la propria impresa in tempi brevi, sarà purtroppo destinato a diventare obsoleto e soccombere. In Italia credo che il vero problema sia infatti il digital divide culturale. C’è ancora una mentalità consolidata che esalta la competizione e il tenere nascosto il know-how a tutti i costi. Lo spirito del Web va in direzione completamente opposta. Le parole chiave sono oggi COLLABORAZIONE e CONDIVISIONE. Solo in questo modo le aziende torneranno a prosperare e l’economia italiana tornerà a risorgere.
Quanto tempo è servito per concretizzare il tuo piano?
Diciamo che ci è voluto quasi un anno e mezzo per popolare il blog ed arrivare ad avere una massa critica di utenti (e dunque di clienti) che mi avrebbe permesso di rendere la mia storia notiziabile. Prima di raccontare che il Web era l’antidoto alla crisi economica ho dovuto testarlo sulla mia pelle. Raggiunta la massa critica, ho inviato un comunicato stampa ai giornali locali (vivo a Besana Brianza, comune di Monza e Brianza). Quando ho capito che la storia aveva un buon appeal, che aveva tratti emozionanti e ispiranti anche per altre persone in difficoltà professionali, mi sono spinto sempre più in alto. L’obiettivo è sempre stato quello di raccontare che una alternativa all’inferno generato dalla crisi economica (o forse culturale?!) esisteva.
Ora di cosa ti occupi? Continui questa tua ‘web activity’ sfidando ogni giorno il digitale?
Come ti dicevo questa web activity per me è sempre stata una missione, una vocazione. Ora la storia degli imbianchini digitali è diventata popolare e lavoro giorno per giorno per fare in modo di ispirare sempre più persone a credere nei propri mezzi, a collaborare, ad alfabetizzarsi al digitale. Uno splendido viaggio.
Questa è una storia. Di chi ce l’ha fatta. Di chi ci ha provato. Di chi ci ha creduto. Fino in fondo.