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Inchieste e prevenzione dei disastri, scade a febbraio il premio Rambaldi

28/01/2016
“Ho  avuto l'idea di istituire un Premio  giornalistico  per premiare il giornalismo d'inchiesta che si fosse interessato di disastri più o meno naturali (l'uomo non è quasi mai estraneo), alle malefatte umane ambientali ed al pessimo rispetto del territorio, perché io stessa seppi tante cose sul sito dove era crollato il palazzo di Ilaria proprio leggendo i giornali.” Maria Grazia Piccinini, avvocata e madre di Ilaria Rambaldi, studentessa di 25 anni morta il 6 aprile del 2009 sotto le macerie della casa dove viveva a L’Aquila, spiega con queste parole il perché del premio giornalistico arrivato quest’anno alla quarta edizione. Al suo fianco ci sono l’Ordine Nazionale dei Giornalisti e quello d’Abruzzo, la scadenza è fissata al 20 febbraio 2016, tre le sezioni previste: A) articoli o inchieste scritte, B) articoli o inchieste audio o video, C) premio speciale assegnata dalla giuria a un giornalista/ testata/ programma impegnato nella difesa dell’ambiente per prevenire o denunciare disastri ( vedi bando in allegato). Anche durante la presentazione dell’iniziativa nella sede nazionale dell’Ordine, a Roma, è stata sottolineata l’importanza del giornalismo che approfondisce facendo emergere realtà che altrimenti resterebbero nascoste. “La palazzina dove viveva Ilaria - ha raccontato la madre - si disintegrò. Questa cosa mi appariva strana e ne volevo conoscere i perché, che non erano soddisfatti solo e soltanto dalla mala costruzione del palazzo. Questa poi si sarebbe dimostrata una concausa importante, ma quello che era stato sbagliato a monte, era la concessione edilizia rilasciata per edificare su un terreno carsico, con grotte sottostanti profonde otto metri, che era stato appianato riempiendole con detriti e materiale di riporto. E in città queste cose si sapevano, perchè quella zona era denominata "Le Grotte" ed i bambini fino agli inizi degli anni 60, vi ci si recavano per giocare, sfuggendo alla sorveglianza dei genitori che non volevano, ritenendolo un luogo pericoloso. In quell'occasione seppi della storia di quel posto e non solo di quello, ma di tutto il triangolo che abbracciava praticamente il percorso di Via XX Settembre sul quale non si edificava per via di dicerie e maledizioni, ma forse più concretamente, perchè il terreno non era adatto.
Queste e molte informazioni che diedero risposta ai miei perchè le appresi dalla stampa, dai numerosi servizi che apparvero sui giornali, e su internet al tempo. Allora decisi di impegnarmi a tenere i fari puntati su tutte le malefatte umane che coinvolgono territorio e ambiente, che per anni non vengono alla luce e poi magari causano tante vittime e tanti danni al primo capriccio meteorologico o sismico o di altra natura, ma collegata alle caratteristiche del territorio”
Adesso l’obiettivo della Fondazione nata nel nome di Ilaria è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica perché ci si renda conto che rispettare il territorio e la natura, così come rispettare le norme previste in materia di costruzioni e sicurezza, sono una esigenza primaria di ogni cittadino e non un lusso eventuale di pochi. Il Premio rappresenta un riconoscimento e un incentivo ad andare avanti con coraggio e determinazione.