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Media, strumenti fondamentali nella prevenzione dei disastri ambientali

01/06/2015
“Il ruolo dei mass media potrebbe essere quello di un volano - ora mancante - fra mondo della ricerca e mondo della cultura diffusa, ossia fra chi conosce i dati e chi li può divulgare in modo efficace per una nuova cultura della sicurezza possibile”. Le parole di Emanuela Guidoboni, storica dei terremoti in Italia, hanno fatto da filo conduttore nell’incontro su "Dissesti ambientali e tragedie umane. Il ruolo dell'informazione nella prevenzione” che ha accompagnato la consegna del premio giornalistico Ilaria Rambaldi, la studentessa di Lanciano morta nel sisma del 6 aprile 2009 a L’Aquila, sotto le macerie della casa in cui viveva.
Quest’anno, per la prima volta, è stato assegnato il premio alla carriera per il giornalismo d’inchiesta che è andato a Primo Di Nicola de ‘L'Espresso’ e ‘Il Fatto Quotidiano’, ”per la propria attività svolta anche durante il terremoto del 6 aprile 2009 a L'Aquila", ha spiegato Maria Grazia Piccinini, presidente della Onlus 'Ilaria Rambaldi', durante la cerimonia di premiazione avvenuta l’11 aprile scorso a Lanciano. A Di Nicola, che vive a Roma, ma è originario di Castellafiume (L'Aquila), è stata consegnata "La farfalla dipinta", trofeo disegnato da Davide Pecoraro. Per la sezione video, tv e web è stato invece premiato, per le proprie inchieste, Lucio Musolino, de ‘Il fatto quotidiano’, giornalista sotto scorta, che da anni combatte contro la 'ndrangheta e gli scempi portati avanti, anche a livello ambientale, in Calabria.
La consegna dei premi è avvenuta a conclusione di due giornate di studio sulla prevenzione dei disastri ambientali. Tema centrale della prima il problema della sicurezza del costruire e del rispetto del territorio. Tra gli ospiti Mario Cucinella, architetto di fama internazionale, che ha riflettuto sulla necessità di "scegliere e ripensare, per prevenire le sciagure, un futuro diverso, nel rispetto dell'ambiente e delle caratteristiche di un territorio. Quindi basta costruire negli alvei dei fiumi, nelle zone ad alto rischio sismico con criteri inadeguati, o costruire abusivamente”. “La storia - ha evidenziato l'esperto durante il suo intervento - sembra non aver insegnato alcunché, neppure a livello istituzionale. Eppure la prevenzione costa meno dei disastri”. Nel secondo appuntamento si è affrontato il tema del ruolo dell’informazione a cominciare dalla “necessità di rendere noti dati come quelli che riguardano il profilo sismico dell’Italia.
Emanuela Guidoboni ha raccontato che nel nostro Paese negli ultimi 150 anni c'è stato un terremoto catastrofico mediamente ogni 4-5 anni e che l'Appennino centro-meridionale è un’area molto esposta dove si registrano devastazioni. Le città capoluogo distrutte sono Messina, Reggio Calabria e L'Aquila. "Quest'ultima - ha detto Guidoboni - è attualmente alla sua sesta ricostruzione, dato che ci sono stati terremoti nel 1315, nel 1349, nel 1461, nel 1703, nel 1915 e il 6 aprile 2009”. All'incontro, moderato dalla giornalista della Rai Maria Rosaria La Morgia, sono intervenuti anche il geologo Roberto De Marco, ex direttore del Servizio sismico nazionale, che si è soffermato sulla necessità della comunicazione istituzionale nell’ottica di prevenzione, e i giornalisti Giuseppe Caporale di ‘Repubblica’ che ha parlato delle indagini e dell’iter processuale del sisma abruzzese, e Elio Pezzi, che ha invece raccontato il terremoto in Emilia del 20 e 29 maggio 2012, anche attraverso le immagini di un video. In particolare, Pezzi, coordinatore del gruppo iniziative editoriali del Cnog, dopo aver ricordato che l’Ordine nazionale ha prodotto due documentari (il primo nel luglio 2012, il secondo nel giugno 2014, per documentare l’avvio della ricostruzione e il contributo del Cnog (25 mila euro) per un progetto: la ricostruzione della palestra della scuola primaria di Cento - Ferrara), ha rimarcato tre fattori indispensabili del lavoro giornalistico: attenzione costante alla salvaguardia dell’ambiente, verifica “in tempo reale” delle fonti e relazioni continue e durevoli tra mondo della scienza e dell’informazione.
Il dibattito si è acceso quando hanno preso la parola i giornalisti Primo di Nicola e Giuseppe Caporale, ricordando quanto accaduto a L’Aquila, dalla gestione dell’emergenza alle inchieste della magistratura. E la necessità di un giornalismo di inchiesta serio, libero e puntuale al servizio dei cittadini.