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Terremoti, comunicazione, diritto (Riflessioni sul processo alla “Commissione Grandi Rischi”)

17/09/2015
I 20 capitoli del libro (a cura di Alessandro Amato, Andrea Cerase, Fabrizio Galadini) presentano i diversi punti di vista sui  terremoti, la comunicazione del rischio e le responsabilità tecnico-giuridiche che ne conseguono. I vari interventi qui raccolti sono basati su riflessioni relative al processo alla “Commissione Grandi Rischi” (come riportato nel sottotitolo del volume), per il sisma che ha sconvolto L’Aquila (aprile 2009). Gli interventi firmati da sismologi, ingegneri, esperti di comunicazione, giuristi e psicologici sono un contributo di riferimento per gli studi sul tema della comunicazione del rischio.
Nel libro è precisato, infatti, che sin dall’inizio degli anni ’70 del secolo scorso l’idea della comunicazione del rischio, come trasferimento di dati probabilistici da un emittente “esperto” a una platea di “profani”, ha iniziato a vacillare. La presa d’atto che la distribuzione e l’accettabilità dei rischi fossero diventate il terreno di un “nuovo” tipo di conflittualità sociale e la crescente consapevolezza di un modo di “percepire” le probabilità di una emergenza, da parte dei “risk manager” e dei cosiddetti “profani”, hanno determinato una serie di nuove sfide per i comunicatori. La pretesa “oggettività” della conoscenza scientifica e la contrapposizione di scienziati ed esperti nei confronti delle preoccupazioni del pubblico, riguardo a una crisi, hanno a lungo caratterizzato modelli di comunicazione unidirezionali, percepiti dall’opinione pubblica come autoreferenziali.
In sintesi, se si assume che la centralità del rischio sia una conseguenza dell’aumento della complessità sociale, dell’accresciuta consapevolezza dei limiti conoscitivi della scienza e dell’indeterminabilità della catena di conseguenze che può essere innescata da una singola decisione, la “fiducia” nelle autorità – e soprattutto nei “sistemi esperti” – diventa una risorsa strategica, per colmare i limiti della conoscenza. E la “comunicazione” diventa un mezzo per ridurre la complessità sociale.
Il ritorno del rischio sui mass media è analizzato in quattro capitoli:  “Il terremoto della comunicazione” di Mario Morcellini; “Il terremoto dell’Aquila: lo scenario comunicativo” di Giovanni Ciofalo; “Quale idea della comunicazione del rischio? Tra teoria, prassi e assunti impliciti” di Andrea Cerase; “Media e traduzione delle conoscenze scientifiche prima del terremoto del 2009” di Fabrizio Galadini e Alessandro Amato (n.d.r.  con il lemma “traduzione”, gli Autori di questo intervento fanno riferimento alla resa giornalistica di termini e concetti scientifici, spesso forniti dai ricercatori, mediante un linguaggio non immediatamente fruibile in ambito divulgativo).
Alessandro Amato, sismologo, è dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ed è stato direttore del Centro Nazionale Terremoti, presso lo stesso Ente; Andrea Cerase, sociologo, è dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione (è stato research fellow in Sociologia dei processi culturali presso La Sapienza, Università di Roma); Fabrizio Galadini, geologo, è dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (è stato direttore della sezione di Milano ed è responsabile della sede dell’Aquila, presso lo stesso Ente).