Il dibattito sulle Scuole di giornalismo, o Istituti di formazione al giornalismo, o come preferite chiamarli, è stato vivace fin dall’inizio. I pro ed i contro si sono sprecati, spesso frutto di posizioni ideologiche, altrettanto spesso considerati percorsi meno adatti del classico “mestiere da apprendere” semplicemente…praticandolo!
Indubbiamente ad una analisi la più obiettiva possibile e quindi meno influenzata dai fattori indicati, le “scuole” possono prestare il fianco ad obiezioni e critiche. Ma non ci sono dubbi che, se ben organizzate e ben orientate, chi le frequenta ne trae consistenti benefici. Indipendentemente dalla non secondaria convenienza che sostituiscono in toto il più classico dei praticantati di una normale redazione.
L’IFG di Urbino grazie ad una serie di fattori positivi a cominciare dallo stretto connubio con l’Università feltresca, ha potuto usufruire negli anni del riverbero di una serie di fattori professionalizzanti non facili da trovare. Che, invece, nella città dei Montefeltro - oltre alla sagacia della struttura e degli insegnanti - ha trovato un fertile terreno su cui innestarsi.
Il dato di fondo che ha facilitato il “lavoro” è la stessa città con il suo hinterland. Urbino è una piccola città arroccata su una collina che grazie alla sua storia ha saputo favorire e conservare tutte quelle strutture pubbliche che danno ad una comunità i servizi richiesti dall’epoca che stiamo vivendo.
Sanità, giustizia, sicurezza, vale a dire ospedale e servizi connessi, tribunale, forze dell’ordine hanno in loco strutture adeguate. Attività come quella universitaria, i servizi comunali,
teatro e musica, una forte connotazione culturale ed in particolare artistica, vita sociale in genere, hanno rilevanza consistente anche grazie alla presenza di migliaia di studenti universitari ma, ovviamente, anche delle scuole secondarie di tutti i livelli, le superiori in particolare.
Per non dilungarci troppo possiamo quindi dire che tutti i “produttori” essenziali di informazioni sono presenti e danno la possibilità ai “praticanti giornalisti” dell’IFG di utilizzare il substrato essenziale per il loro lavoro formativo.
Ma come? Semplice l’IFG ha innescato tutte le sue attività di concreta attività sul tessuto sociale facendo diventare ogni notizia che la città produce, una propria attività di informazione diretta ai cittadini del territorio.
Ecco quindi che i telegiornali quotidiani, i radiogiornali, il cartaceo “Il Ducato” (ad Urbino poteva avere un nome diverso?) e l’informazione web si nutrono di ciò che il territorio produce ed al territorio rimandano continuativamente la notizia e le sue rielaborazioni. In sostanza: la scuola è il megafono di ciò che accade e gli studenti ne sono i diretti attuatori.
Facile capire che analogo “atteggiamento” non può essere trasportato in blocco in altre realtà. Urbino è, in questo senso, un palcoscenico naturale capace di far finalizzare il proprio lavoro e dare allo studente/giornalista non solo la sensazione ma la concreta percezione di ciò che sta facendo.
Un esempio per tutti: il cartaceo “Il Ducato”, il prodotto più classico della scuola, nel giorno di uscita e di distribuzione alle edicole è atteso dai cittadini proprio perché è percepito come il “loro” giornale non come il giornale della scuola.