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È disponibile su Internet l'elenco dettagliato dei contributi pubblici concessi all’editoria, sia diretti sia indiretti. Il dossier è pubblicato sul sito web Governo.it. Il servizio, ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Informazione ed Editoria, Paolo Bonaiuti, viene reso anche alla luce delle norme che riguardano il settore approvate nell'ambito della legge finanziaria per il 2006.
“Sospensione dell’applicazione della Legge 30 sul mercato del lavoro fino al 31 dicembre 2007; impegno a regolare contrattualmente le collaborazioni giornalistiche e il lavoro autonomo; aumento retributivo mensile tra il 7 e l’8% (a regime 92 euro). Questi alcuni degli aspetti più significativi dell’accordo contrattuale biennale per i giornalisti delle radio e delle tv locali sottoscritto dalla Federazione della Stampa e dall’Associazione Aeranti-Corallo. L’intesa, che avrà efficacia dal primo gennaio 2006 al 31 dicembre 2007, ha caratteristiche transitorie e non sostituisce il contratto quadriennale il cui rinnovo è fissato alla scadenza dell’accordo.
Il web avanza e i quotidiani Usa si adeguano. Dopo 13 anni il Los Angeles Times chiuderà la sua edizione nazionale a stampa. La decisione di interrompere la distribuzione della testata californiana sulla costa Est degli Stati Uniti, è stata presa per risparmiare: “Nel corso dell'ultimo anno ci siamo accorti che il nostro pubblico della East Coast ci leggeva sul web”, ha detto il
portavoce del giornale David Garcia, osservando che alla chiusura dell'edizione nazionale farà riscontro un potenziamento del sito web.
Gli Stati Uniti sono al sesto posto tra i Paesi con il maggior numero di giornalisti detenuti: è quanto emerge dal rapporto annuale della Commissione per la tutela dei giornalisti. La Cina è al primo posto per il settimo anno consecutivo (32 reporter in carcere). Seguono Cuba (24), Eritrea (15) e Etiopia (13). Con quattro giornalisti iracheni e un operatore sudanese, rinchiusi nel carcere speciale di Guantanamo, senza che sia stata loro notificata alcuna accusa specifica, gli Stati Uniti si piazzano subito dopo l'Uzbekistan e a pari merito con il Myanmar, l'ex Birmania.
Gli italiani si fidano della classe medica, mentre la più compromessa, quanto a fiducia, risulta la categoria dei giornalisti. È quanto emerge da un'indagine condotta dall'Osservatorio del mercato del lavoro della
psicologia del Lazio, su un campione nazionale stratificato a livello familiare e individuale di 4.350 soggetti. Reputazione ancora decisamente solida, dunque, per i medici. A ruota ingegneri, veterinari, magistrati, psicologi, architetti, avvocati, commercialisti, consulenti d'azienda e ultimi, appunto, i giornalisti.